FRAZIONE LATINA |
- LA FRAZIONE LATINA -
A completamento del nostro sommario "giro turistico" del paese, è d'obbligo recarsi presso la frazione Latina, tranquilla cittadina in cui nella stessa etimologia del nome c'è un richiamo preciso alla Legio Latina che pare fosse di stanza nella zona (..anche se, da altre ricerche effettuate, risulta che anticamente il paese si chiamasse più semplicemente "Tina", ed a conferma indiretta di ciò, è rimasta la pronuncia dialettale della frase "Vado a Latina.." che suona più o meno come "Vacu a Tina..", piuttosto che "Vacu a Latina.."). Al centro del paese, troneggia l'elegante CHIESA di S. LORENZO con la sua struttura architettonica semplice ed allo stesso tempo ricercata, la cui particolarità è quella di avere un singolare orientamento della facciata d'ingresso, parallela e non perpendicolare all'arteria principale che attraversa il paese. Gli interni sono molto sobri pur nella loro maestosità ed un risalto particolare merita lo stupendo altare. Una curiosità: consultando antiche mappe catastali, è risultato che la Chiesa di S. Lorenzo in realtà era situata altrove (precisamente alle spalle dell'attuale edificio delle scuole medie) per cui si ipotizzano due possibilità: o che in epoca passata a Latina esistesse un'altra Chiesa intitolata a San Lorenzo (ipotesi peraltro corroborata da vari incartamenti dell'epoca) o... che si tratti di un macroscopico, ma improbabile, errore di rilevamento. Una visita attenta merita, poi, anche la stupenda CHIESA
dell'ANNUNZIATA,
recentemente
restaurata. Proprio in questa Chiesa sono da ammirare in particolare i dipinti interni e
soprattutto il meraviglioso soffitto ligneo a cassettoni, superbamente decorato e rifinito
in oro zecchino. Sul fronte della Chiesa, al di sopra del portone d'ingresso, spicca uno
stemma con la scritta "A.G.P." (Ave Gratia Plena) ma va notato soprattutto
l'immancabile e misterioso (almeno in parte) richiamo alla Legione Latina: le ormai
onnipresenti due "L". Molto bello il campanile, costruito interamente in pietra. Ed a proposito della "Legio Latina", nelle adiacenze della Chiesa dell'Annunziata (sulla cinta sinistra della costruzione), si trova incastonata al centro di un piccolo arco, una misteriosa pietra scolpita a forma di scudo (vedi foto qui a destra): al centro dello scudo, sono rappresentati sia il libro aperto con la doppia "L" (indicante come già accennato la Legione Latina di stanza nella zona) sia una copia esatta della misteriosa Croce Templara (..o Normanna?) visibile anche su una pietra posta a mezza altezza della torre centrale del Castello di Baia. Non solo! Il tutto è anche sormontato da una enigmatica scritta in latino: "EXTAT BULLA IULII PP.II SUB A.D. 1507". Non è chiaro il significato di questa iscrizione: probabilmente stava a significare che la costruzione su cui era stata apposta venne edificata secondo le direttive impartite da una bolla emanata da Papa Giulio II nell'Anno del Signore 1507; oppure che la stessa costruzione era stata inclusa in una bolla che indicava i possedimenti dello stesso Pontefice. Ora, nonostante non tutti i paesi del circondario possano vantarsi di possedere una targa in cui viene espressamente nominato Papa Giulio II, pur tuttavia, incredibile a dirsi, a tutt'oggi nessuno studioso o appassionato che sia ha mai pensato (..o è mai riuscito?..) a chiarire il senso di una dicitura così sibillina!!... Quanti misteri racchiusi in una sola piccola pietra di non più di 25 centimetri d'altezza... Girando per i vicoli del paese, inoltre, saltano immediatamente agli occhi (..anche in questo caso..) gli innumerevoli stemmi gentilizi di famiglie nobiliari che decorano con grazia i portoni che si aprono qua e là lungo le strade o le varie icone dipinte con rara maestrìa, rappresentanti per lo più scene di passi biblici o figure sacre. Inoltre è un piacere osservare la struttura e l'architettura interna degli stessi vicoli, con il loro susseguirsi di archi e doppi archi o con le loro strette aperture che come per magia si aprono in larghi piazzali, quasi come se all'epoca gli abitanti avessero prevalentemente concentrato la loro vita all'interno di queste piccole pseudo-cittadelle, al riparo da occhi indiscreti ed alla larga da viaggiatori ritenuti troppo pericolosi. In particolare, il doppio arco della foto qui accanto è molto interessante in quanto, esaminandolo, si rileva che ad esso era annesso un portale che sbarrava l'accesso interno, portale di cui sono ancora visibili i due enormi cardini superiori in pietra. L'opera, peraltro, è stata realizzata da tale "DOMINICUS CONT" che ha pensato bene di firmarsi su due pietre poste alla base a dx. ed a sx. dell'arco principale, dichiarandosi peraltro orgoglioso di averlo realizzato utilizzando la sola pietra viva, aggiungendo la scritta "IN HOC OPUS FIERI FECIT"... Va specificato altresì che le strutture ad "arco" sono un
esempio tipico dell'architettura di Baia e Latina: la curiosa caratteristica principale di
questi archi (comune a tutte le opere consimili del paese) che sembrano volere arditamente
sfidare le leggi di gravità, è che essi non sono tenuti insieme dalla sola malta - come
erroneamente si sarebbe portati a credere - ma sono le pietre stesse che li compongono
che, spingendosi a vicenda in virtù del perfetto incastro realizzato ad arte dai maestri
pietrai dell'epoca, formano un tutto compatto che resiste al tempo, all'usura ed anche ai
terremoti, dando una eccezionale prova di solidità. In teoria, infatti, questi archi
avrebbero potuto reggersi anche senza l'aiuto di malte e cementi (!!), grazie appunto alla
particolare lavorazione cui le pietre erano sottoposte, tant'è che la realizzazione di
questi archi non era così semplice come potrebbe sembrare a prima vista: essi. infatti,
venivano prima montati e lavorati con cura 'a terra' e, solo dopo che erano stati
completati, venivano posizionati nella loro sistemazione definitiva. All'uopo merita una visita, anche perché molto ben conservato, il CASTELLO di Latina che sovrasta con le sue mura ciclopiche e la complessa struttura, il piccolo agglomerato urbano. La Torre principale, in dettaglio, è tra l'altro più che discretamente conservata, al punto che è possibile senza difficoltà distinguere l'originaria merlatura superiore, mentre al suo interno è possibile intuire con un po' di attenzione la suddivisione dei piani e dei vari accessi. Il castello, nondimeno, offre diversi spunti di osservazione attenta per gli appassionati in quanto abbonda di particolari per niente noti al grosso dei visitatori occasionali, quali cunicoli, passaggi sotterranei, ecc. Uno dei particolari meglio noti, peraltro, è rappresentato da un pozzo-cisterna, abilmente ricavato da un terrapieno riadattato con opere di muratura in pietra e terra che lo rendono praticamente invisibile.
Sullo stesso colle, da dove si gode una magnifica vista sul paese
sottostante, sui paesini del circondario, sulla valle del Volturno e sul
maestoso massiccio del Matese, si trova ed è visitabile, previo appuntamento da
concordare con i custodi locali, il SANTUARIO della MADONNA
DELLE GRAZIE, luogo di culto per i numerosi devoti del paese e meta di tradizionali pellegrinaggi anche di fedeli
dei paesi limitrofi che, a piedi, accorrono annualmente per le celebrazioni di
rito. Semplici ma molto evocativi gli interni del Santuario, con il piccolo
ma maestoso altare in marmo e pietra decorato con colori molto ricercati, gli affreschi sacri e l'antichissima statua della
Madonna delle Grazie, ivi custodita, nel dolce atteggiamento di offrire il seno al proprio Figlio.
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