- BAIA: IL MISTERO DEL
PONTE OLOFERNE -
Ricostruzione ipotetica e molto
approssimativa
della struttura del Ponte Oloferne
La visita di Baia non può
dirsi completa se non si fa una puntatina al fiume Volturno per osservare da vicino le
rovine del maestoso PONTE OLOFERNE, OLIFERNO o dell'INFERNO (per
vedere il quale, però, conviene richiedere l'assistenza di una guida locale: all'uopo
consultare la sezione "COME
CONTATTARCI").
Il Ponte Oloferne rappresenta un
altro di quei complicati rompicapo di cui abbonda Baia e Latina, perché di esso si sa
veramente molto poco. Di quella che doveva essere una titanica struttura, purtroppo non
rimane che un cumulo di pietre e qualche rovina sparsa qua e là che tuttavia rendono
perfettamente l'idea della colossale costruzione che doveva trovarsi in questo luogo. Il
ponte è stato muto testimone delle vicissitudini del tempo ed ha visto il passaggio di
numerose Legioni romane di stanza nella zona (tra cui, pare, anche quelle del grande
Annibale, come roportato da alcuni storici), ma al di là di frammentarie notizie similari
poco o nulla altro si sa di esso. Pochi trattati storici ne parlano e gli stessi studiosi
che si sono avvicendati nello studio delle rovine, sono giunti spesso a conclusioni
contrastanti al punto che, a tutt'oggi, non si è ancora riusciti a stabilirne nemmeno la
forma e le dimensioni originarie (..se non in modo oltremodo approssimativo..). Il tutto
appare ancora più oscuro e misterioso se si pensa che ormai è stato definitivamente
appurato che il ponte era sicuramente un importante collegamento strategico nella zona,
ove si consideri sia l'imponenza della costruzione sia i numerosi particolari che
dimostrano senza tema di smentita che esso venne costruito con ogni crisma possibile per
sopportare indenne il trascorrere del tempo.
Della costruzione, purtroppo, oggi rimangono visibili soltanto due piloni sulle opposte
sponde del fiume Volturno (con un fronte di ben 18 metri ognuno!!), entrambi molto
danneggiati, anche se quello posto dal lato di Baia offre notevoli spunti di studio e di
riflessione. Intanto
perchè risulta ancora visibilissima la struttura a trapezio isoscele del pilone stesso (pur se la base minore di esso è
crollata mostrando la struttura interna di Opus Incertum utilizzato come materiale di
riempimento) ma anche perchè gli altri lati della costruzione sono molto ben conservati.
Infatti risultano in bell'evidenza gli enormi blocchi di travertino bianco perfettamente
squadrati e levigati, in alcuni casi di lunghezza superiore al metro, che opportunamente
concatenati non solo con calce ma anche con grosse graffe di piombo di circa 30/35
centimetri di lunghezza, offrivano alla struttura una solidità eccezionale.
La cosa potrebbe sembrare di poco conto se non fosse per il fatto che una struttura
simile, che avrebbe potuto (o meglio, che avrebbe DOVUTO..) sfidare per secoli le
avversità naturali rimanendo sempre indenne, sia invece così miseramente e, vogliamo
aggiungere noi, misteriosamente crollata. Infatti non ci sono citazioni o notizie
sul come e perchè ciò accadde, né si sa con precisione quando il fatto avvenne. Ed è
proprio qui che si palesa l'aura di mistero che circonda tutta l'opera e che fa sorgere
una serie di domande cui si sta attualmente cercando di dare una risposta: come è
possibile che una costruzione simile, caratterizzata dall'imponenza e dall'incredibile
solidità della struttura sia così miseramente crollata? Come è possibile che il crollo
di un'opera del genere sia passata così palesemente inosservata? Ma soprattutto,
considerando che se i piloni risultano così massicci, il ponte in proporzione e di
conseguenza doveva essere di una grandezza titanica, come mai non ci sono che cenni
generici su di esso nella storiografia dell'epoca?? Mistero...!
Per inciso, tra l'altro, il crollo ha interessato lo stesso fiume Volturno che, trovandosi
la strada improvvisamente sbarrata dall'enorme quantitativo di materiale piombato con un
fragore incredibile nel suo letto, ha deviato innaturalmente il suo corso, formando una
spiaggetta di ghiaia lunga circa 200/300 metri, visibilissima ancora oggi.
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