BAIA CENTRO |
Arrivati nella piazza principale di Baia capoluogo vale la pena cominciare a guardarsi subito intorno perché qui si trova il COMUNE, recentemente restaurato, con una bella lapide posta sulla facciata principale, dedicata alla memoria dei caduti durante la I Guerra Mondiale. Sempre sul Comune, inoltre, è gelosamente custodito lo stemma del paese, visibile in copia sia nell'aula consiliare che sul balcone centrale della costruzione. Stemma che, nelle sue metà sinistra e destra in cui è diviso, contiene rispettivamente sia il simbolo della Croce Normanna (per Baia) sia la ricorrente doppia "L" della Legio Latina (per Latina) quasi a voler sintetizzare sin da subito l'affascinante e, a dire la verità, un po' "misteriosa" storia millenaria del paese. Ma di questo aspetto parleremo più diffusamente sia nel prosieguo della nostra trattazione, sia nell'apposita sezione che abbiamo dedicato all'approfondimento di tutte le tematiche socio-culturali e degli eventi storici che hanno caratterizzato il passato del nostro paese (almeno quelli di cui si è riusciti a trovare traccia...). Nei pressi del Comune sono ancora da segnalare due pozzi-cisterna in pietra posti a poca distanza l'uno dall'altro che, utilizzati come tali nel passato e poi progressivamente abbandonati, hanno continuato a raccogliere chiacchiere ed umori della gente che negli anni si è alternata nelle vicinanze, restando imperituri ma muti testimoni del trascorrere del tempo. Rimanendo nella zona di piazza Silvestri (detta comunemente
"piazza Vallata"), conviene fare un giro veloce nei dintorni, ove è possibile
ammirare una serie di portali in pietra su cui sono stati artisticamente scolpiti gli
stemmi delle varie famiglie gentilizie proprietarie degli immobili; non è difficile imbattersi anche in delle piccole icone
(spesso trattasi di ex-voto) con raffigurazioni di immagini sacre dipinte a mano (alcune
di probabile manifattura vietrese) che, peraltro, sono molto comuni sia a Baia che
nella vicina frazione Latina. Infine, continuando a girare in zona, unulteriore menzione meritano: - il MONUMENTO AI CADUTI, sulla cui facciata sono incisi i nomi di tutti i caduti di Baia e Latina nella Grande Guerra; - la CHIESA DI S. STEFANO, distrutta a seguito di un bombardamento subìto durante la II Guerra Mondiale e prontamente ricostruita dai fedeli in tempi successivi (la Chiesa è stata, tra l'altro, recentemente restaurata recuperando perfettamente sia l'architettura classicheggiante della facciata sia gli odierni e sobri interni in stile vagamente post-moderno..); - le due COLONNE NORMANNE ed il pesante cancello in ferro che delimitavano l'accesso ai loro possedimenti, presenti in via Campagna. Avviandosi verso il Centro storico prendendo per via F. Biondi si incontra sulla destra un primo BAGLIO in salita molto ben conservato, in cui è ancora visibile sulla sx. un gancio in pietra a cui venivano legati gli animali da soma durante le soste per la dura ascesa verso la parte alta del paese. Proseguendo sempre su via Biondi, una decina di metri più avanti, ci si imbatte in uno dei tanti angoli caratteristici di Baia: sulla sx. infatti campeggia un altro bellissimo BAGLIO che si apre all'interno come per magia in una luminosissima piazzetta circondata da abitazioni private. L'ambiente è perfettamente conservato ed addirittura è ancora parzialmente presente l'originario lastricato in pietra viva locale (in paese diventato purtroppo una rarità!). Continuiamo ancora dritto sulla citata via Biondi: si ammira sulla dx. il PALAZZO SCOTTI, tristemente noto per un truce fatto di sangue. In questo palazzo, infatti, preferirono morire tra le fiamme l'allora Sindaco Antonio SCOTTI e la consorte Francesca IACROCCHI, piuttosto che consegnarsi ad un'orda di briganti che li aveva attaccati in un maldestro tentativo di rapimento per ricavarne un congruo riscatto. Considerata l'inaspettata resistenza opposta al loro assalto (gli Scotti si difesero strenuamente a fucilate, uccidendo o ferendo gravemente parecchi degli assalitori prima di finire le munizioni), i briganti incendiarono la casa usando dell’acquaragia. I coniugi Scotti, a questo punto, perirono stoicamente tra le fiamme, non prima di essersi assicurati che tutti i familiari (tra i quali una donna incinta) fossero riusciti a mettersi in salvo calandosi da una finestra posta sul retro del palazzo, dal lato dell'odierna Piazza Morrone. Il nipote del Sindaco, Arcangelo SCOTTI, poi diventato Generale dell'Esercito e che all'epoca dei fatti era un bambino, si salvò dalla terribile mattanza solo perché fortunosamente non si trovava in casa, essendo stato portato da un servo a vedere un bersagliere che tornava in licenza.In perenne ricordo dei fatti accaduti, egli stesso pose la lapide che è ancora oggi visibile sulla facciata del palazzo. Poco più avanti si trova il PALAZZO BARONALE, riconoscibile perché sormontato da una caratteristica piccionaia. Abitato all'epoca dai baroni sanniti, in questo palazzo una leggenda locale narra fosse collocato il famigerato "trabocchetto", sorta di trappola mortale per chiunque si fosse avventurato impunemente all'interno della dimora...
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