PERSONAGGI ITINERANTI E
POSTAZIONI VARIE
In questa pagina, abbiamo
inserito ALCUNE tra le foto migliori che ci sono pervenute e che raffigurano
personaggi itineranti e postazioni varie. Anche in questo caso, per
visualizzarle a grandezza naturale, fare click col mouse su quella di proprio interesse (scorrere le foto utilizzando le freccette poste a destra
ed a sinistra della sottostante barra delle miniature).
Per completezza di informazione, va infine aggiunto che ogni foto è corredata di
una didascalia descrittiva posta in calce ad ognuna di esse.
NOTA:
per ampliare l'angolo di visione di questa pagina, si consiglia di premere il
tasto "F11".
GRUPPO FOLK: ORGANETTO E MANDOLINO BANCARELLA DI "FRUTTAIOLE" LEGIONARIO ROMANO A CAVALLO POSTO DI CONTROLLO DI LEGIONARI ROMANI
Interno dell'harem di un sultano.
Nei paesi orientali, specie in quelli di religione musulmana, permane ancor oggi la pratica della poligamia, ovvero la possibilità per un uomo di sposare più donne contemporaneamente. L'apparente invidiabile vita di un sultano poligamo è da attribuire alla capacità delle sue donne di improvvisarsi mogli, concubine, danzatrici del ventre o consigliere del proprio marito: una vera e propria arte insegnata fin dall'inizio della pubertà. Il rovescio della medaglia, però, sta nel fatto che non sempre è così agevole placare o dominare le dure lotte intestine che le donne scatenano fra loro pur di compiacere il proprio marito nella disperata corsa per accaparrarsi l'ambitissimo titolo di "favorita" del gruppo.
CURIOSITA': il termine harem o, meno comunemente "arem", deriva dall'arabo "hàrem" che indica specificamente l'appartamento destinato ad uso esclusivo delle donne presso i Sultani ottomani. Un sultano orientale ed il suo giovane erede.
Nei paesi medio-orientali la figura del sultano rappresentava da sempre un innegabile punto di riferimento per tutta la comunità. In particolare, il sultano era considerata la massima autorità amministrativa locale e da esso dipendeva il destino delle classi meno abbienti, anche se va detto che spesso il despotismo si sotituiva alla saggezza. Attualmente la figura del sultano risulta di molto ridimensionata in questo senso, ma conserva pur sempre quel fascino e quell'alone di mistero che la avvolge da secoli.
CURIOSITA': il termine "sultano" deriva dall'arabo "sultan" che significa 'il forte, il dominatore' e designava indifferentemente sia il titolo dovuto all'Imperatore dei popoli Turchi sia quello dei principi tartari e/o maomettani. Ammalati assistiti amorevolmente da due infermiere.
Nel passato, specie in caso di epidemie (a cui anche Baia e Latina è storicamente andata soggetta piuttosto frequentemente), alla mancanza di ospedali in senso lato si sopperiva ricorrendo alla istituzione di "lazzaretti", sorta di ambienti generalmente posti ai margini dell'abitato, in cui gli ammalati venivano portati più per essere tenuti in quarantena che per essere curati.
CURIOSITA': questa postazione è risultata la più gradita ai visitatori della IV Edizione del Presepe Vivente di Baia e Latina che, anche grazie alla bravura dei simpatici figuranti in scena, l'hanno votata a maggioranza assegnandogli il premio popolare messo a disposizione all'uopo dagli organizzatori.. La contagiosa allegria dei musici del Grupo Folk "La Basulata" (già "Vecchia Baja").
La cultura della musica e del canto popolare è estremamente radicata a Baia e Latina, tant'è che ancora resiste in paese la tradizione della cosiddetta "serenata". In pratica, qualora richiesto ed in genere la sera prima del giorno fissato per il matrimonio, il Gruppo accompagna lo sposo sotto la finestra dell'amata, giungendovi a tarda ora (non prima delle 22.00..) ed in maniera furtiva. Nel silenzio della notte partono i primi canti che, dapprima fanno da irresistibile richiamo per i vicini di casa (che accorrono in massa per partecipare alla serata), successivamente fanno sì che la promessa sposa si affacci alla finestra di casa (o scenda in strada..) per ricevere un bacio ed un mazzo di fiori dalle mani dello sposo.
CURIOSITA': generalmente i brani proposti dal Gruppo durante le serenate sono quasi tutti composizioni locali originali dell'epoca, con rarissime concessioni per i più noti "classici" napoletani.. Alcune coriste del Gruppo Folk "La Basulata" (già "Vecchia Baja").
In passato, cantare e ballare allegramente in compagnia a conclusione di una giornata di duro lavoro nei campi, era considerato l'unico passatempo possibile oltre che una ancestrale forma di aggregazione sociale. Nella parte alta del paese vi era addirittura un luogo tradizionalmente preposto a tale attività, una piccola piazzetta realizzata in lastroni di pietra viva locale, da cui il caratteristico nome: "la Basulata"...
CURIOSITA': sulla scorta del lusinghiero successo ottenuto nell'ambito del Presepe Vivente di Baia e Latina e nell'ottica di poter sviluppare e perpetuare le tradizioni folcloristiche, culturali, canore e musicali locali, il Gruppo Folk "La Basulata" si è recentemente costituito in un'Associazione legalmente riconosciuta, con lo scopo dichiarato di allargare i propri orizzonti per far conoscere e tenere vivi anche in campo nazionale (..ed internazionale..) i propri usi e costumi popolari. Due fra gli strumenti principe della tradizione folcloristica campana: l'organetto e il mandolino.
L'organetto era, all'epoca, lo strumento più utilizzato per accompagnare le tipiche "ballarelle", sorta di sfrenati balli di gruppo che avevano la particolarità di aumentare progressivamente di velocità. Il mandolino, invece, popolare strumento base della tradizione musicale partenopea, era l'immancabile "arma" musicale che, nell'ambito di una "serenata" ben congegnata, con il suo suono dolce e romantico serviva a conquistare il cuore dell'amata...
CURIOSITA': la caratteristica principale che rende l'organetto uno strumento particolarmente difficile da suonare è che, a parità di tasto premuto, in "aspirazione" esso emette una nota, mentre in "compressione" ne emette un'altra, sulla base dello stesso principio dell'armonica a bocca!! Un buon "mandolinista", invece, abbisogna di una perfetta velocità e coordinazione delle dita della mano sinistra per destreggiarsi sulla minuscola tastiera dello strumento... L'ascetica figura di un fachiro orientale.
In ogni "souk" arabo che si rispetti, l'immagine del fachiro è comunissima e, per certi aspetti, immancabile. Basti pensare alla tradizione tipicamente orientale della meditazione "yoga", per avere un'idea di quanto sia diffusa tale pratica nei paesi asiatici. Per non parlare di altre forme di intrattenimento puro e semplice, pur sempre legate a doppio filo a rigide discipline che contemplano una qualche forma di auotocontrollo, quali l'incantatore di serpenti, il mangiatore di fuoco, il "fire-walker", ecc.
CURIOSITA': il fachiro vero e proprio, grazie a complicate tecniche di autocontrollo, è perfettamente in grado di sdraiarsi incolume su un letto di chiodi o di vetri frantumati, di farsi chiudere in minuscoli contenitori slogandosi ad arte le articolazioni o di restare in meditazione per giorni appollaiato su un cocuzzolo senza cibo né acqua... Si narra che addirittura certi monaci tibetani, con la sola forza del pensiero, riescano a levitare nell'aria...!! Un gruppo di affascinanti maghe.
Nella foto distinguiamo, da sinistra a destra, una fattucchiera, un'indovina e una negromante. Le credenze popolari locali hanno da sempre assegnato una larga influenza nella pianificazione della vita quotidiana anche al più semplice dei fenomeni naturali, quasi sempre interpretati come una forma di manifestazione maligna. Da qui il proliferare di "maghi" e "negromanti", a perpetuare la perenne lotta tra il bene ed il male..
CURIOSITA': secondo una ancestrale tradizione popolare locale, la foma più semplice (ed innocua!) di magia bianca per difendersi dal 'malocchio', consiste nel recitare una serie di specifiche preghiere ed invocazioni sacre su un piatto pieno d'acqua in cui far successivamente cadere alcune gocce di olio d'oliva. Se la goccia d'olio si allarga rapidamente o addirittura si dissolve, il malocchio può dirsi eliminato. A proposito: sapevate che un'altra credenza popolare vuole che i nati la notte del 25 dicembre siano destinati a divenire...streghe o stregoni? Un monaco appoggiato al suo bastone da cammino.
In passato, nel paese, esisteva una piccola comunità di monaci francescani alloggiati presso il piccolo convento attiguo alla Chiesa della Madonna delle Grazie di Latina. L'integrazione della piccola comunità religiosa con la popolazione locale era pressoché totale ed i monaci questuanti erano altresì soprannominati in dialetto "monaci cercatari"...
CURIOSITA': oltre a girare in lungo e in largo il paese per ottemperare alla questua che consentiva la sopravvivenza della loro comunità religiosa, alcuni monaci dell'epoca si rendevano oltremodo utili annunciando, al suono di un campanellino, qual'era l'ora esatta... Un monaco con lanterna.
I cosiddetti "monaci cercatari" erano soliti aggirarsi per gli stretti vicoli del Borgo rischiarati solo dalla tenue luce di lanterne ad olio, elemosinando viveri di ogni tipo per consentire la sopravvivenza della comunità religiosa. Successivamente, sia la lenta ma inesorabile carenza di novizi che una forma di ridislocazione dei frati da parte delle autorità ecclesiastiche a favore di altre località, hanno determinato il progressivo abbandono dei luoghi e la chiusura definitiva del convento sito nella frazione Latina.
CURIOSITA': nonostante si tratti di un'antica costruzione in pietra e nonostante esso sia pressoché inutilizzato da decenni, il Convento della Chiesa della Madonna delle Grazie di Latina è tuttora agibilissimo e viene tenuto in perfette condizioni. Quasi una forma di rispetto estremo, nella intima speranza che esso possa ritornare presto ad essere abitato da confratelli che possano apprezzare la pace e la serenità dei luoghi. La bancarella di un gruppo di fruttaiole di inizio secolo.
Una volta, il motto "dal produttore al consumatore", al di là della moderna valenza di stampo meramente pubblicitario, era quanto di più aderente possibile alla realtà di quei tempi! Infatti, generalmente, i contadini provvedevano in prima persona sia alla coltivazione dei prodotti che, successivamente, alla loro vendita al banco del mercato, per ricavarne un guadagno economico volto essenzialmente al sostentamento familiare. Purtroppo, però, l'inarrestabile recente modernizzazione del ciclo agricolo produttivo, ha portato non solo ad una razionalizzazione delle metodologie di coltivazione, col conseguente miglioramento dell'aspetto esteriore e della quantità dei prodotti finali, ma, purtroppo, anche ad uno snaturamento delle qualità organolettiche degli stessi.
CURIOSITA': la pesa dei prodotti posti in vendita veniva effettuata utilizzando la tradizionale "statéla", ormai oggetto di culto ricercatissimo tra i collezionisti di antichità. La fornitissima bancarella di due venditrici di biscotti. La tradizione artigiana della produzione di rustici e dolci tipici locali, conta su una varietà incredibilmente diversificata di prodotti, la cui comune caratteristica è la proverbiale bontà. Tale prerogativa va attribuita non solo all'uso di ingredienti volutamente di prima qualità ed assolutamente naturali, ma anche alla rigorosa consuetudine che impone alle abili cuoche nostrane di tramandarsi gelosamente, di generazione in generazione ed in forma sostanzialmente immutata da secoli, le ricette "segrete" che sorprendono anche il palato dei più raffinati intenditori...
CURIOSITA': tra le produzioni dolciarie e rustiche locali, vale la pena di menzionare, tra gli altri, i taralli (dolci, al pepe o al finocchietto), le "chiacchiere", le "zeppule", gli "struffoli", gli "scauratiegli", le "pizzelle" (variamente condite), il "calascione", la "pizza c'a menestra" e, ultima ma non da ultima, l'immancabile "pizza c'a pummarola" di partenopea memoria... Un Legionario Romano in sella al suo splendido destriero. Il cavallo, nei tempi passati, veniva universalmente considerato il mezzo più veloce possibile per favorire rapidi spostamenti e la consegna celere di messaggi urgenti.
CURIOSITA': Nell'ottica di una sempre maggiore "spettacolarizzazione" del Presepe Vivente di Baia e Latina, un grosso aiuto in questo senso è venuto dall'impiego degli stupendi destrieri montati dai provetti fantini del locale ranch "Il Baglio". In più, in considerazione della velocità dei loro animali, i cavalieri in costume da Legionario vengono talvolta anche impiegati in supporto al servizio d'ordine e/o per collaborazioni in interventi di emergenza straordinari all'interno ed all'esterno della rappresentazione. Un gruppo di Legionari Romani controlla alcuni viandanti del luogo. Seppure nel senso più ampio del termine, possiamo considerare i soldati romani un po' come una sorta di polizia militare dell'epoca, pur se l'uso e l'abuso di potere nei confronti del popolo erano oggettivamente all'ordine del giorno.
CURIOSITA': fra le anguste stradine del Borgo Medievale di Baia e Latina, la rappresentazione del Presepe Vivente avviene nell'accezione più classica dei rigidi canoni dettati dal Presepe Napoletano, ove il tempo e lo spazio hanno un senso ed un valore decisamente relativi. Così, il classico e il moderno, il sacro ed il profano, l'orientale e l'occidentale si fondono inseparabilmente diventando l'un l'altro complementari fra loro e dando vita a scene che ai nostri occhi, ormai, sono abituali, ma che, storicamente, sono solo frutto della più sfrenata fantasia: d'altronde solo nel Presepe Napoletano avviene che un gruppo di legionari romani possa passare a mangiare una fumante pizza da "Gigino il pizzaiuolo"...!! Due giovani ragazze a colloquio fra loro con in mano alcuni tradizionali recipienti dell'epoca: un "sécene" ed un "panàro". Il "sécene", in particolare, era un contenitore realizzato artigianalmente in creta dalla forma caratteristica, che veniva utilizzato per il trasporto e la conservazione domestica dell'acqua potabile. All'occorrenza il "sécene" veniva anche usualmente portato nei campi per dissetare direttamente in loco gli assetati contadini al lavoro, anche perché, caratteristica intrinseca di questo contenitore, era che, grazie al materiale di cui era composto, riusciva a mantenere fresco per lungo tempo il liquido in esso contenuto.
CURIOSITA': il "sécene", oltre che come contenitore di liquidi, veniva anche utilizzato come anomalo...strumento musicale (classificabile a metà strada tra le percussioni e gli strumenti a fiato!!) dai Gruppi Folk dell'epoca. Alcuni pastori si riparano dal freddo notturno all'interno di ovili in pietra.
Al di là dell'immagine un pò romantica che offre il clichè classico della rappresentazione del Presepe Napoletano, il lavoro del pastore era ed è tuttora durissimo. I rigori del periodo invernale, l'inevitabile solitudine, le transumanze cicliche, la monotonìa intrinseca degli gesti quotidiani e via discorrendo, ne fanno sicuramente una delle attività lavorative più stressanti che, tuttavia, nella sua accezione classica sta via via scomparendo, soppiantata dall'allevamento su larga scala del bestiame nelle moderne aziende agricole.
CURIOSITA': la tradizionale rappresentazione del Presepe Napoletano classico, prevede che gli "zampognari", figure immancabili anche in ogni Presepe casalingo che si rispetti, non siano altro che pastori, fra i primi testimoni della Nascita di Gesù Bambino accorsi nella Grotta per adorarlo, accompagnati dalle dolci nenie dei loro caratteristici strumenti: la "zampogna" e la "ciaramella"...
Interno dell'harem di un sultano.
Nei paesi orientali, specie in quelli di religione musulmana, permane ancor oggi la pratica della poligamia, ovvero la possibilità per un uomo di sposare più donne contemporaneamente. L'apparente invidiabile vita di un sultano poligamo è da attribuire alla capacità delle sue donne di improvvisarsi mogli, concubine, danzatrici del ventre o consigliere del proprio marito: una vera e propria arte insegnata fin dall'inizio della pubertà. Il rovescio della medaglia, però, sta nel fatto che non sempre è così agevole placare o dominare le dure lotte intestine che le donne scatenano fra loro pur di compiacere il proprio marito nella disperata corsa per accaparrarsi l'ambitissimo titolo di "favorita" del gruppo.
CURIOSITA': il termine harem o, meno comunemente "arem", deriva dall'arabo "hàrem" che indica specificamente l'appartamento destinato ad uso esclusivo delle donne presso i Sultani ottomani.
|
|
|
RITORNA ALL'ALBUM NR.1
|
VAI ALL'ALBUM NR. 3 |
VAI ALL'ALBUM NR. 4 |
Copyright © 2000/2016 Com.Per. Presepe Vivente Baia e Latina -
Tutti i diritti riservati
Tutti i diritti riservati - Vietata la
divulgazione/riproduzione dei contenuti senza la preventiva autorizzazione
Concept, Artwork & Programming by ENZO MAIELLO |