ENZO MAIELLO

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Estratto da un'intervista giornalistica del gennaio 1996 - post III Edizione del Presepe Vivente.

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D.: Allora, sig. MAIELLO, il consuntivo finale della manifestazione anche per quest'anno (1995 - nda.) registra l'ennesimo successo di pubblico e di critica: ma dove volete arrivare?

R.: Quando ci si imbarca in determinate avventure difficilmente si riesce a prevedere come e dove si potrà arrivare, in specie se ci si lascia trasportare e coinvolgere troppo dalle proprie emozioni. Se poi non si pongono limiti alla fantasia e si lavora a briglia sciolta senza soppesare le proprie forze ma cedendo il passo all'entusiasmo, anche le imprese più semplici possono diventare almeno apparentemente ardue. Ed è proprio questa l'esperienza che ci siamo ritrovati a dover vivere per la realizzazione di questa III Edizione del Presepe Vivente di Baia e Latina (e che sicuramente ci dovremo aspettare per l'allestimento delle prossime edizioni): una marea di situazioni collegate ed interdipendenti fra loro che non ci hanno dato tregua fino all'ultimo minuto, occupando tutto il nostro tempo libero da diversi mesi a questa parte.

D.: ...diversi mesi? Ma non starete esagerando?

R.: Esagerazioni? Bèh, allora valuti Lei, mentre proviamo a snocciolare qualche dato: abbiamo approntato un percorso utile di oltre un chilometro utilizzando quasi esclusivamente case abbandonate da tempo, o comunque disabitate, adattandole con cura alle nostre esigenze sceniche (..talvolta addirittura rinforzandole nei punti più pericolosi..) ma nel contempo rispettando la struttura e l'uso che se ne faceva un tempo; abbiamo in più cercato di ricostruire l'atmosfera onirica ed un pò irreale di un paese medievale spegnendo totalmente l'illuminazione pubblica ed utilizzando nella fattispecie la sola luce naturale prodotta da oltre 400 torce antivento e 200 fiaccole romane a braciere, intervenendo inoltre con sapienti tocchi di luce elettrica solo per valorizzare interni o determinati ambienti, previo utilizzo di un centinaio di fari di vario genere; oltre 600 metri di cavi elettrici sono stati all'uopo stesi accuratamente rendendoli pressoché invisibili; innumerevoli macchinari, attrezzi e suppellettili rigorosamente d'epoca ed assolutamente originali sono stati minuziosamente recuperati ed appropriatamente utilizzati nelle scene; per consentire la degustazione dei prodotti tipici locali sono stati distribuiti più di 50 kg. di salsiccia ed altrettanti di pane, 40 kg. di castagne, quasi 65 kg. di biscotti assortiti (taralli e chiacchiere in prevalenza), un numero imprecisabile di frittelle e di porzioni di polenta, circa 100 litri di vino, 150 di acqua e l'elenco potrebbe ancora continuare...

D.: E per quanto riguarda le scene ed i personaggi?

R.: Béh, le scene sono state ovviamente concepite "a tavolino" con un paziente lavoro di ricostruzione storico-religiosa. Le abbiamo quindi popolate di oltre 250 personaggi, comparse e figuranti in costumi rigorosamente d'epoca (all'uopo non ringrazieremo mai abbastanza il sig. MAURIZIO IANNINO, titolare della omonima sartoria teatrale di LAPIO (AV), per la professionalità, la gentile disponibilità e la squisita cortesia mostrata nei nostri confronti); abbiamo infine aggiunto decine e decine di animali d'ogni tipo per arricchire di fascino e di fantastica realtà un Presepe Vivente che, per noi, non ha eguali con nessun altro in Italia (...e ci si perdoni l'eccesso di immodestia...).

D.: Un lavoro immane, dunque, che giustifica pienamente il tempo impiegato per la pre-realizzazione...

R.: Può dirlo forte! Tuttavia va anche detto che c'è stato qualcosa di prodigioso che ha animato positivamente tutti i volontari ed i collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione degli allestimenti. Noi stessi ad un certo punto siamo stati trascinati e contagiati dalla magia che ci circondava, che cresceva e si diffondeva via via che i lavori proseguivano. Basti pensare che, ad esempio, un vecchio deposito in disuso è diventato improvvisamente un BAAZAR, anzi, "il" BAAZAR, come tutti inconsapevolmente ci eravamo abituati a chiamarlo quando discutevamo tra noi. Potenza dell'immaginario collettivo...!!

D.: Ci racconti qualche altro aneddoto in materia.

R.: Alla fine dei lavori di approntamento, anche noi abbiamo voluto fare un giro in notturna per valutare e verificare l'impatto complessivo delle scene ricreate: il risultato è stato strabiliante! Le è mai capitato, da bambino, di ritrovarsi assorto a guardare il Presepe "casalingo" realizzato dalle amorevoli mani della mamma? Di rimanere ammirato ed incantato di fronte alle luci intermittenti che illuminavano l'osteria, la bottega del panettiere, del falegname, del vinaio e le stalle dei pastori? E d'altronde chi di noi, almeno una volta, non ha immaginato di poter entrare in quei luoghi infinitamente piccoli eppure così veri, così reali? Ebbene, man mano che giravamo increduli ed attoniti il nostro Presepe, avevamo la netta impressione di essere riusciti a realizzare il sogno di quando eravamo bambini: una fantastica realtà (..o forse una reale fantasia?..) scorreva davanti ai nostri occhi, elettrizzandoci ed eccitandoci come non mai! Qualcuno di noi, facendo il verso a Tito Stagno nel momento in cui i primi astronauti americani mettevano piede sulla Luna, ha semplicemente esclamato "VA BENE, E' MERAVIGLIOSO...", non riuscendo a trovare altre parole adatte a descrivere quello che provava!

D.: E la gente, invece, come ha reagito?

R.: Bèh, logicamente anche i visitatori sono rimasti totalmente increduli ed entusiasti di fronte al tourbillon di luci, suoni, colori, profumi e sapori che gli si sono parati di fronte. Ma in particolare, la sera della rappresentazione, mentre percorrevo per l'ennesima volta l'itinerario che avevamo approntato, la mia attenzione è stata attirata da un bambino che, eccitato dall'atmosfera circostante, continuava a chiedere con insistenza alla mamma come era possibile che si trovasse all'interno di un Presepe vero, grande, animato e non piccolo e statico come quello di casa... Mi sono commosso e mi è venuto spontaneo fermarmi per rispondergli con la frase che Christopher Lambert usa nel film 'HIGHLANDER' nel tentativo di spiegare l'impossibile ad una bambina e gli ho detto: "SAI, E' UNA SPECIE DI MAGIA...". Mi ha guardato dapprima perplesso, ma poi ha sorriso soddisfatto della risposta: probabilmente perché in quel momento, per lui (ma forse anche per me), quella era l'unica spiegazione possibile...

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