ENZO CUNTI

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Estratto da un'intervista giornalistica del gennaio 1999 - post V Edizione del Presepe Vivente.

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D.: Prof. Cunti, è calato il sipario anche sulla quinta edizione del PRESEPE VIVENTE  di Baia e Latina: l'ennesimo successo di pubblico annunciato...

R.: Bèh, sì. Già a partire dalle ore 18.00 del 27 u.s. (dicembre '98 - nda.), la piazza antistante l'ingresso - piazza Silvestri - era gremita di visitatori che attendevano l'apertura delle transenne che hanno lasciato passare i vari gruppi un'ora dopo; un mega schermo proiettava le suggestive immagini delle passate edizioni mentre una decina di soldati romani a cavallo facevano bella mostra di sé e dei loro stupendi destrieri. Più in là, a pochi metri di distanza, il Ponte Radio del Nucleo Protezione Civile di Santa Maria Capua Vetere, intervenuto con numerosi uomini e mezzi per una lodevole, competente opera di assistenza...

D.: Parliamo un attimo dell'ambientazione scenica...

R.: Tra migliaia di fiaccole che lo accompagnavano lungo tutto il chilometro di percorso, chi ha avuto l'altra notte la fortuna di girare per il Borgo Medievale di Baia e Latina, è rimasto letteralmente affascinato da uno spettacolo toccante e coinvolgente. Arrampicandosi lungo le scalinate in pietra del quartiere medievale, tra portici e vicoletti adornati da muschi e fichi d'india, ci si immergeva in una serie infinita di ambienti multicolori che rievocavano tempi lontanissimi, luoghi e realtà sociali ormai dimenticati. Non vi è dubbio alcuno che questo Presepe Vivente, nell'arco delle sue numerose edizioni, si è continuamente rinnovato, direi evoluto, conservando una evidente originalità ed un pregevole taglio artistico che lo differenziano da tutti gli altri. Tutto è finzione, s'intende, ma la naturalezza delle scene, la semplice capacità interpretativa degli attori, l'atmosfera che coinvolge senza scampo il visitatore, non lasciano spazio alla ragione.

D.: Una 'full immersion' totale nel passato e nelle tradizioni popolari, dunque...

R.: Esattamente. Resa ancora più reale quando il visitatore entra in una delle cantine uscendone con un buon bicchiere di vino in mano, oppure quando mastica buon pane caldo e salsiccia, o si imbatte in un bollente piatto di pasta, fagioli e "nnoglie", oppure addenta un fragrante "guanto" cosparso di zucchero a velo, o degusta un'ottima porzione di polenta, o sgranocchia caldarroste, oppure...

D.: Professor Cunti, mi permetta: ma poco prima parlavamo di "finzione" o sbaglio?

R.: Bèh, certo, tutto è finzione, dicevamo. Anzi è vero, perché puoi cantare anche tu tra una decina di suonatori che si affannano davanti a un camino; puoi cimentarti in una classica "ballarella"; puoi farti leggere la mano da una indovina; puoi ascoltare il sermone del predicatore mentre ti passa accanto un monaco con la lanterna; puoi ammirare il souk stracolmo di personaggi arabi che ti circondano e ti chiedono di acquistare le loro mercanzie; puoi entrare nell'harem del sultano che si inebria alla danza delle sue favorite; puoi estasiarti nella sala del faraone; puoi fermarti in preghiera davanti alla Grotta di Betlemme. Lo spettacolo è poliedrico e affascinante, ma soprattutto coinvolgente al punto che lo spettatore diventa protagonista e ne moltiplica gli effetti.

D.: Un successo su tutta la linea, insomma.

R.: Non solo. La rappresentazione della Natività è stata l'occasione per dimostrare come, un piccolo paese,
chiamando a raccolta tutte le proprie potenzialità ed energie, possa con orgoglio iscrivere la sua inimitabile arte presepiale nell'albo delle più interessanti manifestazioni del genere.

D.: E per il futuro?

R.: Siamo sicuri che la prossima edizione non deluderà le attese!

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